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Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi Claudio Icardi

 Fabula Rasa 

presenta

CORPOCOMICUM

 Breve viaggio incompleto, esilarante, impreciso e fallibile negli oscuri e affascinanti
meandri del nostro corpo
 
con
Beppe Gromi e Claudio Icardi
 testo e regia
Laura Malaterra
 
luci: Maurizio Bertolini - foto di scena: Roberto Goffi
organizzazione: Stefania Cialdella - segreteria: Giusi Momblano

 

In scena due corpi, due sedie e un lenzuolo. Quanto e più del necessario per un viaggio a velocità fantastica incontro, intorno e all’interno del Corpo. Comicum” perché inesauribile ispiratore di gags, giochi di specchio, modi di dire, proverbi di antico sapore e post-moderne sollecitazioni pseudosalutistiche. 
Corpo “meravigliosum” in quanto perfetto meccanismo che Agapanto e Zolfino, dotti e stranianti professori, si ingegnano ad illustrare - in un duello a suon di risate, lazzi e battibecchi - con occhi incantati dai Circuiti Circolatori dove il Cuore, novello campione, batte... in pole-position nell’instancabile corsa quotidiana e nella struggente malinconia per l’amata fuggita.
Esilaranti nella loro irrefrenabile gestualità, i due moderni cantimbanchi si scatenano in iperbolici nonsense, disquisendo con umorismo velato di saggezza, incantati dalle perfette ramificazioni dello Scheletro, citato con precisione e ironia...
Scivolando di gamete in gamete, di globulo in globulo, di neurone in neurone, i due protagonisti presentano un’ora di gaia scienza che vuol sedurre e incuriosire.
Dall’alleanza di immaginazione e conoscenza, verità scientifica e risata liberatoria, approfondimenti e acrobazie nasce sul palcoscenico un’avventura da continuare a scuola, a casa, nella vita.
Ritmo sfrenato, parole di oggi e termini del passato, latino maccheronico e  inglese italianizzato, battute veloci, anatomia del corpo, mimica di corpi agili e sempre in movimento, un vortice di chiacchiere e gesti assurdi, dotta scienza medica e fantasia scatenata coinvolgono lo spettatore in questo sagace, ironico e sarcastico spettacolo.  

Pensieri prima della “PRIMA”
Pensavamo da tanto tempo ad uno spettacolo che avesse per tema il Corpo. Ma... quanti ma! Il tempo, il denaro, i problemi del vivere... abbiamo sempre rimandato ed io non ci pensavo più. Ma come sempre accade... i desideri rimangono. Beppe mi ha telefonato: “Laura, scrivi il testo per lo spettacolo sul corpo!... Si va in scena!” E’ iniziato tutto così, semplicemente. Mi sono subito entusiasmata e nella mente mi sono frullate tante idee. Sono passati quasi due mesi, la testa era piena di fantasie, ma i fogli rimanevano desolatamente bianchi.
Poi è nato CORPOCOMICUM.
 Ho scritto il testo divertendomi - ridendo da sola, attaccata al computer come una sanguisuga - immaginando le scene, i movimenti, le espressioni del viso malleabile, quasi fosse plastilina, di Beppe e il suono della voce affascinante e ricca di sfumature di Claudio. Poi... ci siamo cercati  e ci siamo trovati. Durante le prove, al freddo, con caramelle e cioccolato per riscaldarci il cuore, lo spettacolo ha preso forma. Beppe e Claudio si sono lasciati andare, si sono abbandonati docilmente alle mie “richieste” di regista forse un po’ autoritaria. Ma, a mia discolpa, devo dire che sentivo - nel loro faticare sul palco, nella difficile ripetizione di gesti e parole, nel lungo cammino che porta alla sintesi finale - che lo spettacolo prendeva forma e quelle parole nere posate sulla carta bianca cominciavano a vivere. Perché è vero, è questa la magia del teatro: i pensieri prendono forma e vita sul palcoscenico. Sotto la luce dei riflettori ho visto Beppe e Claudio che, giorno dopo giorno, facevano nascere e crescere le parole scritte una dopo l’altra. Sono due attori straordinari, Beppe e Claudio, pieni di forza, energia, entusiasmo. Ho cercato di valorizzare in pieno la loro professionalità e le loro grandi doti naturali.
Mi auguro di esserci riuscita.
                                                                                                          Laura Malaterra

Sono diversi i motivi che ci hanno portato a mettere in scena uno spettacolo che parlasse del corpo.
Primo fra tutti, forse, l’interesse per il continuo progresso della scienza medica: da metà degli anni Settanta, quando iniziarono i primi esperimenti in vitro sulla coltivazione di cellule staminali, arriviamo alle recenti e clamorose scoperte nella rigenerazione delle cellule e di altri tessuti umani compromessi. Ora il corpo può essere riparato con “pezzi di ricambio”: una realtà che fino a pochi anni fa pareva lontana e irrealizzabile anche se l’uomo bionico, il “Replicante” - fabbricato dalla mente umana e sfuggito al controllo - è ancora fantascienza.
Un altro aspetto che ci ha interessato è stato quello di voler analizzare, naturalmente con l’occhio del profano in materia, i perfetti meccanismi del corpo che regolano la nostra vita quotidiana.
Un viaggio dentro e  intorno al corpo dove ossa, globuli rossi, piastrine, gameti, neuroni... diventano i  veri protagonisti  della storia che raccontiamo.
Una scenografia volutamente semplice: due sedie e un bianco lenzuolo che si trasforma, nelle mani degli attori, per divenire tante cose nel corso della rappresentazione: cordone ombelicale, grembo materno, testa, intestino, caldo e sicuro riparo per un corpo stanco. Il bianco lenzuolo è il segno della continuità di tutto quello che lo attraversa e in cui si tramuta, della meravigliosa unicità del corpo attraverso le sue componenti così diverse e così reciprocamente necessarie, della sua semplicità, essenzialità: forma primigenia che sempre trasfigura sempre restando se stessa.
E chi meglio di un attore che “adopera” il corpo per comunicare può rappresentare questo nostro corpo che, nello stressante vivere quotidiano, spesso dimentichiamo?
Sono proprio loro, i due attori in lindo camice bianco, esimi e dotti professori che, con ritmo indiavolato e dialoghi serrati, danno vita al racconto mettendo in scena i meccanismi che regolano la digestione - dove il cibo viene seguito nel suo lungo cammino che lo porta a mutare nome da bolo a chimo, chilo... - e le acrobazie che deve fare il sangue percorrendo arterie, arteriole, capillari, venule, vene... che vengono paragonate ad una serrata e coinvolgente gara di Formula Uno.
E ancora si parla dello scheletro, delle ossa che lo compongono, del cervello, del lobo parietale, occipitale, temporale, dei coronavirus - tanto attuali dopo la comparsa della Sars - quindi della malattia, del dolore, della vecchiaia, ma anche del concepimento naturale o assistito, della irripetibilità o clonazione dell’essere umano, dell’importanza del linguaggio corporeo...
Al termine dello spettacolo, dopo che avremo attraversato il nostro corpo in tutte le sue componenti e un filo rosso - un lenzuolo bianco... - di sottile ironia ci avrà convinti che davvero ciascuna vive solo alla luce di tutte le altre, allora saremo pronti anche ad affrontare con serietà i temi più importanti; li studieremo da adulti maturi, considerando tutte le loro ricadute e interdipendenze; avremo la leggera ingenuità che serve per scoprire nuovi legami e nuove idee.

Il corpo, dunque, analizzato attraverso la lente fantastica e creativa del teatro; il corpo protagonista che comunica forza, gioia, entusiasmo, dolore, ansia, fatica; il corpo che ci trasmette - attimo dopo attimo con il pulsare vitale del cuore - il senso della vita che trascorre.
Il corpo che ci fa sentire odori, sapori, suoni, vedere la luce e le immagini del mondo e che si ribella quando lo trascuriamo e non lo amiamo più. Ricordiamoci di amarlo, quindi, anche perché... è difficile uscire dalla propria pelle!

                                                                        Fabula Rasa



Foto di Roberto Goffi

Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi          Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi


Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi          Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi


Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi Claudio Icardi          Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi Claudio Icardi


          Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi Claudio Icardi

Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi Claudio Icardi           Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi Claudio Icardi


Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi Claudio Icardi          Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi Claudio Icardi


Laura Malaterra teatro Corpocomicum Beppe Gromi Claudio Icardi          Laura Malaterra teatro Corpocomicum fiori alla regista


CORPOCOMICUM... i commenti di alcuni spettatori.

I percorsi attraverso l'apparato scheletrico, digerente, cardiocircolatorio e della riproduzione costituiscono un divertente approccio a un tema normalmente definito "sano" e appartenente alla scienza con la "S" maiuscola. Una rappresentazione in effetti perfetta nell'uso dei termini scientifici tale da non sfigurare in un'aula di Anestesia o in un Congresso Medico. Ma l'oggetto più importante è l'intuizione straordinaria dell'uso del Teatro  Comico come strumento di conoscenza e, perché no, di insegnamento per grandi e piccoli. In sintesi, in qualità di medico, auspico più "CORPOCOMICUM" e meno grigie e ingessate trasmissioni medico - scientifiche.
Dottor Marcello Mazzù
Medico di famiglia

 
 

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Lo spettacolo mi è piaciuto molto. L’idea è brillante e la messa in scena ha ritmo ed equilibrio. E’ sempre ironico e, a volte, comico davvero. Ho trovato indovinati i passaggi da un argomento all’altro, interessantissimo l’uso del linguaggio - sia nella compresenza delle lingue, sia nell’uso di una terminologia difficile, non solo quella scientifica, immediatamente chiarificata dalla gestualità  o dalla semplificazione dei termini, sia ancora nei giochi di assonanze e nell’invenzione di sequenze “demenziali” - e ben ideato l’inserimento, mai pedante, di tematiche forti, dalla pace alla clonazione. Insomma i messaggi arrivano, lo spettacolo diverte e gli attori sono bravissimi. Il tutto su di un tema difficile da trattare.
Sofia Gallo
Scrittrice e consulente editoriale

Si può imparare giocando?
Certamente sì! Tutta l’evoluzione della prima infanzia, almeno, lo testimonia.  
Si può insegnare giocando?
E’ un sì più incerto, più insicuro non perché discuta la garanzia degli esiti e le loro bontà, perché ci vogliono energie, vitalità, entusiasmo e partecipazione alla conoscenza e alla vita, quella che i bambini per la loro maggiore adesione alla naturalità sanno essere.
Perché è necessario conservare, crescendo, una rappresentazione del gioco non come di una rappresentazione “staccata dalla vita” guardata con “realtà” - come uno spazio altro, finto, straordinario, eccezionale in cui eccezionalmente prende forma e si soddisfa il principio di piacere - ma come una grande possibilità in cui il principio di piacere ha il modo di trasformarsi nella realtà, di contaminarla, di animare gli spazi della conoscenza, dell’apprendimento, delle relazioni e, perché no, del lavoro e dell’azione di ciascuno di noi. Grandi e piccini.
  Si può vivere giocando, si può lavorare giocando, si può insegnare giocando se gioco e realtà non vengono fissate in una (bi)-polarità per cui l’uno esclude l’altra: o si gioca o si è seri ed essere seri significa assumere la realtà nella sua pesantezza. Certo che dall’infanzia all’adultità cambiano i giochi, le forme del gioco, le forme della serietà verso la vita. Il ludismo seriamente adulto può essere una di quelle. Forse superando questa polarità e assumendo ludicamente l’esistenza è possibile dare forme, esiti meno “malatamente malati” all’esistenza, meno rigorosamente rigidi: è possibile quando l’insegnamento è un’azione della vita, insegnare giocando.
  I due attori sul palco giocano e giocando sono maledettamente seri:
  quando ci fanno giocare a pensare alla complessità del corpo, alla sua microscopica articolazione, alla sua indecifrabile perfezione;
  quando ci fanno giocando ripercorrere la polimorfa funzione della cavità orale e le prodezze che il bolo compie dai succulenti piatti di una tovaglia imbandita all’esito fecale;
  quando ci fanno immaginando giocare alle piste della circolazione venosa ed arteriosa;
  quando ci mostrano seriamente giocati i temi del concepimento naturale o assistito, della irripetibilità o clonazione dell’essere umano, dell’importanza del linguaggio corporeo spesso ascoltato solo in ultima istanza e di fronte a segnali di sofferenza e persino dell’innominabilità o della fatica a nominare la morte, la fine, l’esaurimento, ciò che sarà poi e che pertanto non si può governare con la conoscenza e le razionalizzazioni.
“Pòsteri o postèri”? Chi lo sa, chi vorrà lo vedrà.
 
Sonia  Rossato
  Psicologa
Responsabile dei progetti alla salute nel settore educativo
 
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CORPOCOMICUM
 
è stato presentato al Convegno
 
Il diritto all’apprendimento
nella scuola
che cambia
 
Torino, giovedì 16 ottobre 2003
Aula Magna del Liceo classico V. Alfieri - Corso Dante, 80
 
organizzato da
. 
Federazione Nazionale Insegnanti - sezione di Torino
 
In collaborazione con:
         ..   
             Polimath               Associazione Ex Allievi
                                              Liceo Classico V. Alfieri
­­­­­­­­________________________
 
      Riportiamo i commenti scritti da alcuni relatori:
 
“Cari amici, grazie! Noi professori difettiamo spesso di ironia. E’ un difetto grave, perché l’ironia è il sale della terra. L’ironia pone il dubbio sulla certezza dei contesti, il comico li frantuma. E’ anche così che impariamo a guardare il mondo con occhi diversi.”
Alfonso M. Iacono
Docente di Storia della filosofia politica
Università di Pisa
 
“Bello pensare che dal Caos possa nascere la conoscenza. Bello vedere che il teatro sa ancora metterci di fronte all’ironia della nostra vita.”
Salvatore Lazzara
Dirigente Ufficio Formazione - Agenzia del Territorio
Ministero Economia e Finanze - Roma
 
“Il teatro è uno straordinario mezzo per apprendere. Grazie per l’ironia, l’intelligenza con cui ci avete fatto riflettere.”
Preside Maria Grazia Alemanno
Associazione Ex Allievi Liceo classico V. Alfieri
 
“Una conferma: ad un attore basta la sua intelligenza per fare spettacolo.”
Walter Ferrarotti
Dirigente scolastico dell’Istituto Flora
Liceo della Comunicazione


Alcuni commenti del pubblico:
 
Alpignano - Scuola Elementare Matteotti - 12 maggio 2003
 
“Bellissimo, divertente, entusiasmante, coinvolgente…Bravi!!”
Claudia e la IV B
 
Rivoli - Scuola Media Romero - 22 maggio 2003
 
“Non basta un intero libro per definire con perfezione questo capolavoro…aggiungo solo complimenti!!!”
Stefy e Manu
 
 “Tantissimi complimenti per il divertentissimo spettacolo, molto divertente e costruttivo. Spero di vedere presto uno dei vostri lavori e tanti, tanti auguri per tutto quello che farete in futuro.”
Lina e Giovy
 
Forte di Exilles - Piemonte dal vivo - 24 maggio 2003
 
“Geniale! Troppo divertente…”
Gabriella Occhiena
 
Settimo Torinese - Scuola Media Statale Gramsci - 26 maggio 2003
 
“Complimenti per lo spettacolo, per il tema affrontato e per la capacità di coinvolgimento.”
Le insegnati e gli allievi 2 B e 3 D
 
“Complimenti!… Ottimi spunti per la lezione di scienze !! …speriamo di avere la vostra stessa energia.”
Scuola Media Statale Don Milani -  Druento
 
“Fare teatro è una cosa importante per comunicare. A mio parere voi, con questo spettacolo, siete riusciti non solo a trasmette il messaggio della vostra commedia ma soprattutto a fare capire la passione che vi unisce nel vostro lavoro. Grazie”   
3 A Castiglione
 
“Complimenti per lo spettacolo e per la sua valenza didattica.”
Laura Forneris - CeSeDi - Provincia di Torino
 
Bruzolo -  Festival Lo Spettacolo della montagna - 24 luglio 2003
 
“Grazie perché ci avete fatto ritornare bambini.”
Roberto e Paola
 
“Quanta energia! Grande capacità di comunicazione... faccio collezione di belle serate in cui circolano risate…simpatia…contenuti. Il plauso dei bimbi vi rende merito! Grazie”
Anonimo
  
Alpignano - Stelle & Stars - 27 luglio 2003
 
“Il sorriso: la miglior arma da sguainare in qualsiasi momento. Voi la tenete alta nel cielo e la porgete a chiunque voglia riceverla! Siete stati straordinari. Un caro abbraccio e continuate a porgere la vostra stupenda arma.”
Tiziana Tufano
 
Almese - Settembre Almesino - 21 settembre 2003
 
“È stato uno spettacolo molto divertente, istruttivo e soprattutto molto originale. Ottima la mimica.”
Manuela  & Enrico
 
Padova - Festival Nazionale del teatro per i ragazzi - 25/26 ottobre 2003
 
“Sarebbe bello imparare il corpo umano così anche a scuola!”
Giulia Radolfi
 
“Intelligente, vivace, adatto a grandi e piccini.”
Mariacarla e mamma
 
“Complimenti! Potreste portare la vostra gioia anche ai bambini negli ospedali.”
Carlotta
 
“Io ho imparato molto più che in tre anni di scienze  a scuola. Anche ora che sono in prima media mi sarà molto utile.”
Sara Villa
 
“Finalmente qualcosa di originale!”   
Anonimo
 
“Io sono un dottore vero: avete appassionato anche me! Rigore scientifico e divertimento! Una bella idea…sicuramente da proporre anche nelle scuole! Proseguite e allargate il campo! Bravi!”
Elisa Orlandin
 
“È stato e lo sarà per tutta la mia vita uno spettacolo che mi arricchirà il cuore di tanta felicità!”
Anonimo
 
“Siete grandissimi. È stato molto bello e meraviglioso. Continuate così.”
Lorenzo  e Chiara Maso
 
Torino - Teatro Araldo - 18/19 novembre 2003
 
“Agli esimi professori un grande ringraziamento per l’istruttiva, divertente, originale lezione di anatomia!!! Il cuore, l’intestino e la circolazione ringraziano sentitamente!!!”
Maria, Laura e Candida
 
“Ringraziamo gli attori  che hanno molto talento e capacità di stupire il pubblico! Siete stati molto istruttivi nei nostri confronti.” 
Anonimo