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Donne che cucinano
la vita Liberamente
tratto dai
racconti del Concorso Lingua Madre
di
Daniela Finocchi - Laura
Malaterra
riduzione teatrale e regia Laura Malaterra canti e movimenti Domenico Castaldo con le attrici del LabPerm Ginevra Giachetti, Marta Laneri, Francesca Netto, Natalia Sangiorgio |
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Tre
donne s’incontrano ed iniziano a raccontare ognuna la propria storia,
contemporaneamente. Un
bisbiglìo di parole e lingue diverse si intreccia, riempiendo il
silenzio del teatro. Poi,
lentamente, si trasforma in una canzone che una donna intona, si
affievoliscono le parole e il canto coinvolge tutte. I
racconti si amalgamano con la farina per impastare il pane e il profumo
del caffè bollente… “Vsjò o kòfe?” chiede Tetyana interrompendo la sua
narrazione… Sarà
un’auto sgangherata o lo sferragliare di un tram a fare da sottofondo
al dialogo tra donne, il viaggio sarà breve ma quell’incontro le unirà,
forse, per sempre. Così
lo spirito dei racconti del Concorso letterario nazionale Lingua Madre
- si riversa, con le sue mille sfaccettature, nello spettacolo
teatrale. Daniela
Finocchi e Laura Malaterra, nella stesura del testo e nella sua
sceneggiatura, hanno distillato il cammino, difficile e appassionante,
da un passato che era e che sempre riaffiora ad un futuro che talvolta
è già raggiunto ma spesso è ancora da inventare. Tralasciando
gli aspetti drammatici dell'immigrazione, lo spettacolo intende
presentare gli aspetti più emotivi, teneri e, a volte, anche divertenti
delle storie di donne migranti. Le
attrici in scena – loro stesse straniere ed italiane - danno vita ad
una vicenda che lega grandi e piccoli episodi di antiche memorie a una
esistenza tutta da scoprire. Lo spettacolo è pensato per mostrare –
senza dimenticare le difficoltà - le gioie e le speranze di un cammino
che oggi vediamo in Italia, ma che ha riguardato, riguarda o riguarderà
ogni Paese del mondo. Ogni posto può essere punto di partenza o di
arrivo. La
rinascita ad una nuova vita passa per molteplici esperienze quotidiane,
che possono sembrare scontate a chi in un Paese vive da sempre, ma che
sono stravaganti e magari anche surreali per chi viene da una storia
molto lontana e diversa. Sogni e insicurezze accompagnano un percorso
nuovo e affascinante verso una vita che pian piano si rivela normale e
familiare, ma anche strana, imprevista e imprevedibile; con le sue
singolarità divertenti, le difficoltà inaspettate, le magnifiche
insperate novità, le delusioni che fanno rimpiangere il passato. Canti,
danze, movenze, gesti, immagini e profumi costruiscono le storie che si
fondono l’una con l’altra trasformando i pensieri di ogni donna in una
narrazione coinvolgente ed emozionante, che avvicina
mondi e culture diverse in un cammino a volte doloroso ma
non estraneo alla felicità e alla speranza. Per
scoprire che le donne da qualsiasi Paese provengano, a qualsiasi
cultura appartengano hanno un modo assai simile di affrontare la vita e
di viverne gli eventi. Per
questo le attrici in scena si scambiano vestiti e gioielli: le storie
di ognuna, le gioie, i disagi, i rancori, ma soprattutto l’amore, la
condivisione e la speranza sono racchiusi nell'animo dell’altra. Uguali
dal Marocco al Brasile, dall’Ucraina all’Egitto, dall’Italia alla
Cambogia. L'importante è fermarsi a riflettere
su ciò che queste donne ci hanno raccontato; capirle e ripensare le
loro esperienze, cogliere il ricordo delle madri, vedere un'ipotesi per
le nostre figlie e per i nostri figli, elaborare nuove immagini di
convivenza che considerino veri valori la relazione, la cura, la
dipendenza fra esseri umani. Perché, come conclude Soledad, “sarebbe
bello pensare a tutto il mondo come a un ambiente domestico di cui
prendersi cura”. |
prove
teatrali
da sinistra Francesca Netto, Marta Laneri, Ginevra Giachetti